domenica 30 ottobre 2011

la meglio gioventù

Fino a quando si è giovani? A guardarci intorno mi viene spontaneo pormi questa domanda. In politica vedo il rottamatore  Renzi che guida i 40enni che scalpitano o scalciano, non è chiaro, per accomodarsi alla tavola del potere. Salvatores e Tornatore, vincitori di un Oscar 20 anni fa, sono ancora considerati giovani registi. In letteratura abbondano i giovani scrittori salvo accorgersi che hanno superato i gli anta.
A questo punto, mi sembra giusto caro Cipputi , che a 67 anni sei troppo giovane per andare in pensione.

domenica 23 ottobre 2011

la Democrazia



Testo della canzone La democrazia di Giorgio Gaber dall'album Gaber 96-97



Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia. Dunque, c'è la democrazia, la dittatura… e basta. Solo due. Credevo di più. La dittatura in Italia c'è stata e chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia. Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che quando nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma romano io?!... D'altronde, diciamolo, come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che "democrazia" significa "potere al popolo".Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c 'è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo. Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum, per esempio, è una pratica di "Democrazia diretta"... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà.Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo "Sì" se vuol dire no, e "No" se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega. Un'altra caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi. Dipende tutto dai numeri. Come il gioco del Lotto. Con la differenza che al gioco del Lotto, il popolo qualche volta vince, in democrazia... mai! E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una particolarità dellanostra democrazia. Non c'è mai la governabilità. È cominciato tutto nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la Destra –DC, liberali, monarchici, missini… – e la Sinistra – comunisti,socialisti, socialdemocratici, ecc. – viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre stato così, per anni! Eh no, adesso no, adesso è tutto diverso. Per forza: sono spariti alcuni partiti, c'è stato un mezzo terremoto, le formazioni politiche hannocambiato nomi e leader. Adesso… adesso non c'è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra. Oppure un 50 virgola talmente poco… che basta che uno abbia la diarrea che salta il governo. Non c'è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quellidi là, viene fuori una dittatura di Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene.Auguri.

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Gli avvenimenti di quest'ultima settimana hanno riproposto il dualismo che divide il popolo che si professa di sinistra; esiste una via democratica al cambiamento e come possiamo definire via democratica? Siamo davvero convinti che il singolo voto possa davvero influire sulle scelte di un cambiamento radicale delle politiche di questo Stato? Ha ancora senso parlare di Stato nazionale quando assistiamo al  "commissariamento" dei singoli Stati da parte di organismi sovranazionali? I tradizionali "poteri forti" nazionali devono a loro volta soccombere sotto il peso di organizzazioni industriali e finanziarie multinazionali, che talvolta si mascherano come ONG e Organismi Sovranazionali.


Torniamo alla nostra Italietta, dove le espressioni andare a destra o andare a sinistra mi fanno venire in mente solo il Tom Tom. Non si vuole vedere, da parte di chi siede negli scranni del Potere, il disagio di chi ogni giorno è costretto a fare i conti con la fame vera e sopratutto a non vedere un futuro. Assistiamo ad una difesa dello status quo di chi ha accumulato privilegi e a montare la rabbia di chi non solo non ha privilegi, ma non vede nessuna prospettiva di acquisire diritti elementari. In questo clima, la violenza , di chi non ha niente, niente da perdere, niente lavoro, niente futuro, si indirizza contro quello che da sempre è considerato il Nemico: la Polizia. Si assiste allo stesso processo che vede contrapposti ultras di calcio e Polizia. L'importante è identificare il Nemico e su quello scaricare la rabbia, tanto il pretesto lo si trova sempre; può essere la tessera del Tifoso o la manifestazione degli indignati, la retrocessione della propria squadra e la protesta contro la TAV. Nel celerino si vede la faccia cattiva e ottusa del Potere, non l'altro disgraziato che per motivi di sopravvivenza si trova sull'altra parte della barricata.

Al Potere fa comodo avere un capro espiatorio, in modo da poter colpire tutte le idee e le persone indistintamente.

Nessuno ha la ricetta giusta per uscire da questi anni bui; dire "io speriamo che me la cavo", mi sa' tanto di disfattismo e ritorno alla dimensione privata, come fare un gruppo su Facebook e lottare come in un videogame mi fa venire in mente i giochi dei bambini.Non sono un maestro e non do soluzioni, piuttosto le cerco.

venerdì 21 ottobre 2011

la morte in diretta

La morte in diretta. " Non avremmo voluto mostrare mai queste immagini.." ".. le immagini sono destinate ad un pubblico adulto". Cazzo, non le mostrare o aspetta, brutto str.., che porto i bambini nell'altra stanza, e pazienza se piangono mentre la cotoletta si raffredda. Gheddafi morente finisce nel mio piatto e il suo sangue si mescola al bicchiere di vino.L'asticella si alza ogni giorno di più. I plastici, Avetrana, Melania, Cogne, tutto finisce in un gigantesco tritacarne, dove la carne umana viene sbattuta, stritolata in nome di che cosa. La verità, il giornalismo libero.
Non ne posso più di questa spettacolarizzazione della morte.

mercoledì 19 ottobre 2011

La sottile linea

Sabato ho marciato in piazza con il mio bel cartello " affamato e indignato" , e insieme a me marciavano tanti, con la giusta indignazione per le tante cose che non vanno in questo Paese. Eravamo le solite facce note, di ex comunisti, ex verdi, ex pacifisti, ex cattolici, ex inteso come provenienza,  che rivivono in queste manifestazioni una gioventù di ideali traditi  e di compromessi per mandare avanti la famiglia.
Accanto sfilavano centinaia di neri. Anche loro con i loro cartelli dove in un italiano incerto esprimevano i loro bisogni e i loro desideri, la fame , si quella vera, fatta di stomaci vuoti, di ricerca di lavoro. I concetti erano simili ai miei, e ai rivoluzionari del sabato mattina che mi accompagnavano in corteo, ma un dubbio, forte come un pugno nello stomaco, è entrato nei miei pensieri. La mia fame è la stessa di un nero analfabeta, basso proletariato, che viene a vivere in una terra ostile, e vende le sue braccia a 3 euro l'ora? A senso parlare di diritto alla democrazia, alla libertà di stampa, di conflitto di interesse quando vivo in un Paese che ha smarrito il senso dell'accoglienza? In un paese che si indigna se viene tolto il crocifisso dalle aule scolastiche o viene distrutta una statua della Madonna, ma che non esita a rispedire in mare i barconi  di poveri disgraziati. Dove le gerarchie ecclesiastiche si muovono per cercare nuovi referenti e non alzano troppo la voce per non disturbare il manovratore di turno.
Voglio continuare a manifestare, ma la prossima volta senza cartello.

domenica 16 ottobre 2011

manifestazioni

Eccomi qui davanti a un foglio bianco e scrivere. Più che scrivere, questo blog sarà il mio diario dove comunicare le mie emozioni, dove cercherò di mettere a nudo i miei sentimenti. Vorrei trasmettere a chi volontariamente o per caso si troverà a leggere le parole che metterò in fila, gli odori, le sensazioni, le emozioni che escono dal mio corpo e si trasferiscono sul foglio. Ho usato il termine " odori",  perchè  sono convinto che le parole e i ricordi evocano odori..Gli odori e le parole non son sono neutri, hanno nel nome la sensazione di bene e di male.
Oggi 16 ottobre 2011,voglio raccontare della manifestazione del 15 ottobre, non quella grande di Roma, ma di una minore, ma non per questo meno importante.
Il sudore è un odore che evoca generalmente disgusto o fastidio, ma ieri quell'odore mi ha dato altre emozioni. Ho sfilato insieme a centinaia di neri, e nei loro volti vedevo il sudore del lavoro di dodici ore nei campi a tre euro l'ora, di giovani donne che sudano sulle loro biciclette per raggiungere velocemente le case di bianche signore che non possono sudare, con decine di studenti, che frequentano una scuola pubblica che darà loro il " sudato" pezzo di carta e nient'altro.
E' il mio primo post, non so bene quanto deve essere lungo, per non annoiare chi legge, ma siccome lo scrivo soprattutto per me, quindi me la canto e me la suono, scrivo finchè ne ho voglia.
La Storia è fatta di grandi avvenimenti, dove all'interno si svolgono storie minori.
Torniamo alla manifestazione e agli odori, dove all'interno della Manifestazione, ho ritrovato gli odori della giovinezza, l'odore di piombo di quegli anni, i grandi ideali, il "fumo", la voglia di cambiare il mondo e ( Paoli che ne sai, che non ci siamo mai incontrati) alla fine impiegarsi in banca.
Un odore può trasmettere tutto questo? Anche di più .L'odore di shampoo appena fatto ti ricorda la prima cotta, se parli di olio e parmigiano, ti viene in mente il campeggio con gli amici, pochi soldi ma tanta allegria. Un allegria che ora è sempre velata.Passi anni con delle persone, rimangono estranei, non riesci a dire nemmeno che cosa hai mangiato il giorno prima; poi incontri uno sconosciuto e gli apri il cuore. Affinità elettive. Non so bene cosa significa, ma suona bene.
Ho preso gusto a scrivere, caro blog tonerò a trovarti.