mercoledì 2 maggio 2012

antipolitica, demagoghi, sepolcri imbiancati

"La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis "πόλις", città), si applica tanto all'attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all'accesso all'attività di governo o di opposizione. "


"Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionalie bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio".
Lo storico Tucidide definiva "demagoghi" (capi popolo) tutti gli Ateniesi che, in seguito alla morte per peste di Pericle nel 429 a.C., cercavano di prendere il suo posto ingannando e seducendo l'assemblea popolare ateniese, tramite false promesse ed istigazione contro gli avversari politici. Fu Platone, nel "Politico" e nelle "Leggi", a dare un'ulteriore definizione di demagogia: questa è nient'altro che la forma di governo corrotta che deriva dalla democrazia, forma virtuosa del governo di molti. "

"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
· Signore, se anch'io sono un sepolcro imbiancato, aiutami a riconoscerlo e a provvedere in tempo, prima che arrivi la morte a mettere il suo punto alla mia vita. 
· Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! " (Mt 23)

In questi giorni si parla molto , forse troppo, di antipolitica, demagoghi e salme.
Nel cappello introduttivo a questo post ho inserito le definizioni che dà Wikipedia dei termini. Ritengo che l'etimologia delle parole aiuti a far chiarezza .
Tendiamo a confondere l'antipolitica con il rifiuto dell'attuale gestione dello Stato da parte dei Partiti, Sindacati, Chiesa.
Il termine antipolitica, oggi, viene usato, da chi gestisce il Potere, con un'accezione negativa; non si riconosce il valore positivo e soprattutto dinamico. In ogni epoca a un Potere costituito si è contrapposto un diverso modo di gestire la " cosa pubblica". Non andando troppo lontano , ricordo a te paziente lettore, che chi parla oggi di antipolitica è lo stesso che venti anni fa si scagliava contro la degenerazione dei partiti , innalzava forche virtuali e in maniera " demagogica" speculava negli anni di Tangentopoli. 
Quello che vedo oggi è invece uno straordinario processo di voglia di fare politica, e fare politica non vuole certo dover dire o dare tutte le soluzioni a tutti i problemi che la gestione dello Stato comporta. La fase attuale che vive la società è una fase "liquida" dove le certezze si frantumano sotto i colpi che il" movimento delle idee " porta.
Michel Maffesoli traccia con " Il tempo delle tribù" i percorsi di un'autentica sociologia del presente. Irresistibilmente, le società moderne si trasformano. Polverizzazione del corpo  sociale, inaridimento delle istituzioni, crollo delle ideologie, trasmutazione dei valori: al di là della società di massa, che a lungo ha definito una delle forme della modernità, si profilano ormai le nuove figure di una socialità esuberante e polimorfa di cui Michel Maffesoli delinea in questo libro i contorni. "Il tempo delle tribù" è anche un'analisi ragionata delle società di oggi, un'esplorazione metodica delle loro metamorfosi, per cui agli ideali della Ragione si sostituiscono i sentimenti e le emozioni, alla logica dell'identità la logica dell'affetto. Siamo entrati nell'era delle "tribù", delle reti, dei piccoli gruppi, di aggregazioni effimere ed effervescenti. 
Le domande che ci dobbiamo porre ora sono:
La Politica si identifica con i Partiti o con i movimenti ( comitati di quartiere, associazioni, movimenti per la rivendicazione di un solo interesse)?
A chi spetta la gestione della " cosa pubblica" ?
Dalla risposta che daremo chiariremo, prima a noi stessi e poi alla collettività, in che modo  ci poniamo di fronte al termine " antipolitica"  e se possiamo definirci cittadini attivi.