Allora il governatore domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!".
Chiedo , prima di tutto scusa ai miei quattro lettori, se ho privato loro del " piacere" di condividere con loro i miei pensieri per così tanto tempo.. molte cose sono accadute nel mio privato che mi hanno distolto dal mio blog.. Riprendo stasera, cercando di darmi una risposta, ad una domanda che mi frulla nella testa da un po' di tempo.
Se in un regime " democratico" le leggi le fa il Popolo ( attraverso i propri rappresentanti, bla,bla,bla...) è giusto che queste stesse leggi possano essere sovvertite da quello stesso Popolo chiamato a fare ciò senza la mediazione della rappresentanza?.
A questo punto le domande aumentano.
Il Popolo è una somma di individui ( una testa pensante) o è Massa informe?
Ragiona con la Testa, il Cuore o con la Pancia?
Segue le proprie Ragioni o si svende all'Uomo Forte del momento?
E' Leone o Pecora?
La confusione in me aumenta ....
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domenica 22 settembre 2013
mercoledì 2 maggio 2012
antipolitica, demagoghi, sepolcri imbiancati
"La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis "πόλις", città), si applica tanto all'attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all'accesso all'attività di governo o di opposizione. "
"Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionalie bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio".
Lo storico Tucidide definiva "demagoghi" (capi popolo) tutti gli Ateniesi che, in seguito alla morte per peste di Pericle nel 429 a.C., cercavano di prendere il suo posto ingannando e seducendo l'assemblea popolare ateniese, tramite false promesse ed istigazione contro gli avversari politici. Fu Platone, nel "Politico" e nelle "Leggi", a dare un'ulteriore definizione di demagogia: questa è nient'altro che la forma di governo corrotta che deriva dalla democrazia, forma virtuosa del governo di molti. "
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
· Signore, se anch'io sono un sepolcro imbiancato, aiutami a riconoscerlo e a provvedere in tempo, prima che arrivi la morte a mettere il suo punto alla mia vita.
· Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! " (Mt 23)
In questi giorni si parla molto , forse troppo, di antipolitica, demagoghi e salme.
Nel cappello introduttivo a questo post ho inserito le definizioni che dà Wikipedia dei termini. Ritengo che l'etimologia delle parole aiuti a far chiarezza .
Tendiamo a confondere l'antipolitica con il rifiuto dell'attuale gestione dello Stato da parte dei Partiti, Sindacati, Chiesa.
Il termine antipolitica, oggi, viene usato, da chi gestisce il Potere, con un'accezione negativa; non si riconosce il valore positivo e soprattutto dinamico. In ogni epoca a un Potere costituito si è contrapposto un diverso modo di gestire la " cosa pubblica". Non andando troppo lontano , ricordo a te paziente lettore, che chi parla oggi di antipolitica è lo stesso che venti anni fa si scagliava contro la degenerazione dei partiti , innalzava forche virtuali e in maniera " demagogica" speculava negli anni di Tangentopoli.
Quello che vedo oggi è invece uno straordinario processo di voglia di fare politica, e fare politica non vuole certo dover dire o dare tutte le soluzioni a tutti i problemi che la gestione dello Stato comporta. La fase attuale che vive la società è una fase "liquida" dove le certezze si frantumano sotto i colpi che il" movimento delle idee " porta.
Michel Maffesoli traccia con " Il tempo delle tribù" i percorsi di un'autentica sociologia del presente. Irresistibilmente, le società moderne si trasformano. Polverizzazione del corpo sociale, inaridimento delle istituzioni, crollo delle ideologie, trasmutazione dei valori: al di là della società di massa, che a lungo ha definito una delle forme della modernità, si profilano ormai le nuove figure di una socialità esuberante e polimorfa di cui Michel Maffesoli delinea in questo libro i contorni. "Il tempo delle tribù" è anche un'analisi ragionata delle società di oggi, un'esplorazione metodica delle loro metamorfosi, per cui agli ideali della Ragione si sostituiscono i sentimenti e le emozioni, alla logica dell'identità la logica dell'affetto. Siamo entrati nell'era delle "tribù", delle reti, dei piccoli gruppi, di aggregazioni effimere ed effervescenti.
Le domande che ci dobbiamo porre ora sono:
La Politica si identifica con i Partiti o con i movimenti ( comitati di quartiere, associazioni, movimenti per la rivendicazione di un solo interesse)?
A chi spetta la gestione della " cosa pubblica" ?
Dalla risposta che daremo chiariremo, prima a noi stessi e poi alla collettività, in che modo ci poniamo di fronte al termine " antipolitica" e se possiamo definirci cittadini attivi.
venerdì 18 novembre 2011
sic transit gloria mundi
Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli
e devi cominciare da zero...
La politica ridotta ad arena, presidenti del consiglio abbattuti con il dito verso, deputati novelli gladiatori. L'uomo forte risolve i problemi e non fa affrontare la realtà. Presa di coscienza.Tifo da stadio. Oligarchia dei tecnocrati. wiston churchill "È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora". informazione e gossip. macchina del fango. spread,deficit,debito pubblico.alternativa .inciucio.opportunismo.interessi personali.nemesi storica punire l'arroganza dell'uomo.torniamo sul concetto di rappresentanza.
Ora che la situazione politica sembra più chiara, a bocce ferme, sento il dovere di fermare su carta i miei pensieri, le mie emozioni che questa fase della storia italiana ci porta e mi porta.
E' stato un mese denso di avvenimenti, che ho vissuto e fissato nei miei post; ho cominciato con la manifestazione del 15 ottobre, e a distanza di un mese di quella manifestazione e del movimento degli indignati non riesco a cogliere segni incisivi nel successivo sviluppo degli avvenimenti che hanno portato a questo governo " tecnico". Black Block, infiltrati o meno, hanno rubato la scena e distolto l'attenzione a un Movimento che si è presentato in piazza senza gestire la piazza.
E in un momento di confusione tra Destra e Sinistra, l'unico apparato di Potere , che resiste da 2000 anni, ha fatto sentire con forza la propria voce. Una voce che non si era levata prima, quando mister B. conduceva la stessa vita .Ma non voglio fermarmi su questi punti che probabilmente avranno uno sviluppo ulteriore in altri post, quello che mi interessa in questo momento è il momento della caduta di Berlusconi. Il tifo da calcio, i caroselli di auto, le ingiurie, i vaffa, tutto mi ha riportato alla mente non tanto la caduta di Craxi, quanto , con le dovute proporzioni, la caduta del muro di Berlino. Anche allora , festa di popolo, inni alla libertà, viva la democrazia...
e poi non si aveva più il Nemico, e si doveva dare sostanza a quelle istanze..
Non pervenuto.
e di essere un grande uomo
in un altro ti svegli
e devi cominciare da zero...
La politica ridotta ad arena, presidenti del consiglio abbattuti con il dito verso, deputati novelli gladiatori. L'uomo forte risolve i problemi e non fa affrontare la realtà. Presa di coscienza.Tifo da stadio. Oligarchia dei tecnocrati. wiston churchill "È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora". informazione e gossip. macchina del fango. spread,deficit,debito pubblico.alternativa .inciucio.opportunismo.interessi personali.nemesi storica punire l'arroganza dell'uomo.torniamo sul concetto di rappresentanza.
Ora che la situazione politica sembra più chiara, a bocce ferme, sento il dovere di fermare su carta i miei pensieri, le mie emozioni che questa fase della storia italiana ci porta e mi porta.
E' stato un mese denso di avvenimenti, che ho vissuto e fissato nei miei post; ho cominciato con la manifestazione del 15 ottobre, e a distanza di un mese di quella manifestazione e del movimento degli indignati non riesco a cogliere segni incisivi nel successivo sviluppo degli avvenimenti che hanno portato a questo governo " tecnico". Black Block, infiltrati o meno, hanno rubato la scena e distolto l'attenzione a un Movimento che si è presentato in piazza senza gestire la piazza.
E in un momento di confusione tra Destra e Sinistra, l'unico apparato di Potere , che resiste da 2000 anni, ha fatto sentire con forza la propria voce. Una voce che non si era levata prima, quando mister B. conduceva la stessa vita .Ma non voglio fermarmi su questi punti che probabilmente avranno uno sviluppo ulteriore in altri post, quello che mi interessa in questo momento è il momento della caduta di Berlusconi. Il tifo da calcio, i caroselli di auto, le ingiurie, i vaffa, tutto mi ha riportato alla mente non tanto la caduta di Craxi, quanto , con le dovute proporzioni, la caduta del muro di Berlino. Anche allora , festa di popolo, inni alla libertà, viva la democrazia...
e poi non si aveva più il Nemico, e si doveva dare sostanza a quelle istanze..
Non pervenuto.
domenica 6 novembre 2011
Destra e Sinistra
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
.................
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
.................
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Perdonatemi, se insisto sempre con Giorgio Gaber, ma la sua analisi della società resta attuale e preveggente, come in questo brano del 2001. Tutta questa premessa per manifestare il mio disagio di cittadino in questa Italia di oggi. Il termine cittadino vuole esprimere un concetto più ampio di elettore, abitante, simpatizzante, indignato, popolo. In questi giorni sembra di vivere in un Paese impazzito, dicotomico, soprattutto allo sbando, un si salvi chi può, novello 8 settembre , da ultima spiaggia. La Politica ridotta a mercimonio, un meretricio. Se da un lato si assiste a un finale da caduta dell'impero dall'altra parte assistiamo a un tentativo patetico da parte di tutte le opposizioni (sic) di fare quadrato non tanto per ridare dignità a questo Paese, ma per arrivare a una fine legislatura che possa garantire i privilegi della Casta. Non si tratta di antipolitica, ma come ho espresso in altri post, è il concetto di democrazia rappresentativa che ritengo completamente stravolto dai partiti. Mi piace prendere a prestito di nuovo Gaber che cantava " È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo."
Superare questa fase é possibile? Come può il Popolo riprendersi il potere che gli é stato sottratto non solo dai partiti, ma anche dalle istituzioni sovranazionali e dai potentati economici? Si può sfruttare questa crisi economica per creare un nuovo ordine etico, morale e nuove dinamiche sociali?
Ci lasciamo con questi interrogativi.
Superare questa fase é possibile? Come può il Popolo riprendersi il potere che gli é stato sottratto non solo dai partiti, ma anche dalle istituzioni sovranazionali e dai potentati economici? Si può sfruttare questa crisi economica per creare un nuovo ordine etico, morale e nuove dinamiche sociali?
Ci lasciamo con questi interrogativi.
domenica 23 ottobre 2011
la Democrazia
Testo della canzone La democrazia di Giorgio Gaber dall'album Gaber 96-97
Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno Stato di organizzarsi sono arrivato alla conclusione che la democrazia è il sistema più democratico che ci sia. Dunque, c'è la democrazia, la dittatura… e basta. Solo due. Credevo di più. La dittatura in Italia c'è stata e chi l'ha vista sa cos'è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia. Io, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che quando nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa vuol dire, ma romano io?!... D'altronde, diciamolo, come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c'è scritto che "democrazia" significa "potere al popolo".Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c 'è scritto. Però si sa che dal 1945, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto al voto. È nata così la "Democrazia rappresentativa" che dopo alcune geniali modifiche fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: "Lei non sa chi sono io!". Questo è il potere del popolo. Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Il referendum, per esempio, è una pratica di "Democrazia diretta"... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio, ha effettivamente qualche difficoltà.Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo "Sì" se vuol dire no, e "No" se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Ma il referendum ha più che altro un valore folkloristico perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati… tutto resta come prima e chi se ne frega. Un'altra caratteristica fondamentale della democrazia è che si basa sul gioco delle maggioranze e delle minoranze. Se dalle urne viene fuori il 51 vinci, se viene fuori il 49 perdi. Dipende tutto dai numeri. Come il gioco del Lotto. Con la differenza che al gioco del Lotto, il popolo qualche volta vince, in democrazia... mai! E se viene fuori il 50 e 50? Ecco, questa è una particolarità dellanostra democrazia. Non c'è mai la governabilità. È cominciato tutto nel 1948. Se si fanno bene i conti tra la Destra –DC, liberali, monarchici, missini… – e la Sinistra – comunisti,socialisti, socialdemocratici, ecc. – viene fuori un bel pareggio. Da allora è sempre stato così, per anni! Eh no, adesso no, adesso è tutto diverso. Per forza: sono spariti alcuni partiti, c'è stato un mezzo terremoto, le formazioni politiche hannocambiato nomi e leader. Adesso… adesso non c'è più il 50% a destra e il 50% a sinistra. C'è il 50% al centro-destra e il 50% al centro-sinistra. Oppure un 50 virgola talmente poco… che basta che uno abbia la diarrea che salta il governo. Non c'è niente da fare. Sembra proprio che il popolo italiano non voglia essere governato. E ha ragione. Ha paura che se vincono troppo quellidi là, viene fuori una dittatura di Sinistra. Se vincono troppo quegli altri, viene fuori una dittatura di Destra. La dittatura di Centro invece... quella gli va bene.Auguri.
************************************************
Gli avvenimenti di quest'ultima settimana hanno riproposto il dualismo che divide il popolo che si professa di sinistra; esiste una via democratica al cambiamento e come possiamo definire via democratica? Siamo davvero convinti che il singolo voto possa davvero influire sulle scelte di un cambiamento radicale delle politiche di questo Stato? Ha ancora senso parlare di Stato nazionale quando assistiamo al "commissariamento" dei singoli Stati da parte di organismi sovranazionali? I tradizionali "poteri forti" nazionali devono a loro volta soccombere sotto il peso di organizzazioni industriali e finanziarie multinazionali, che talvolta si mascherano come ONG e Organismi Sovranazionali.
Torniamo alla nostra Italietta, dove le espressioni andare a destra o andare a sinistra mi fanno venire in mente solo il Tom Tom. Non si vuole vedere, da parte di chi siede negli scranni del Potere, il disagio di chi ogni giorno è costretto a fare i conti con la fame vera e sopratutto a non vedere un futuro. Assistiamo ad una difesa dello status quo di chi ha accumulato privilegi e a montare la rabbia di chi non solo non ha privilegi, ma non vede nessuna prospettiva di acquisire diritti elementari. In questo clima, la violenza , di chi non ha niente, niente da perdere, niente lavoro, niente futuro, si indirizza contro quello che da sempre è considerato il Nemico: la Polizia. Si assiste allo stesso processo che vede contrapposti ultras di calcio e Polizia. L'importante è identificare il Nemico e su quello scaricare la rabbia, tanto il pretesto lo si trova sempre; può essere la tessera del Tifoso o la manifestazione degli indignati, la retrocessione della propria squadra e la protesta contro la TAV. Nel celerino si vede la faccia cattiva e ottusa del Potere, non l'altro disgraziato che per motivi di sopravvivenza si trova sull'altra parte della barricata.
Al Potere fa comodo avere un capro espiatorio, in modo da poter colpire tutte le idee e le persone indistintamente.
Nessuno ha la ricetta giusta per uscire da questi anni bui; dire "io speriamo che me la cavo", mi sa' tanto di disfattismo e ritorno alla dimensione privata, come fare un gruppo su Facebook e lottare come in un videogame mi fa venire in mente i giochi dei bambini.Non sono un maestro e non do soluzioni, piuttosto le cerco.
mercoledì 19 ottobre 2011
La sottile linea
Sabato ho marciato in piazza con il mio bel cartello " affamato e indignato" , e insieme a me marciavano tanti, con la giusta indignazione per le tante cose che non vanno in questo Paese. Eravamo le solite facce note, di ex comunisti, ex verdi, ex pacifisti, ex cattolici, ex inteso come provenienza, che rivivono in queste manifestazioni una gioventù di ideali traditi e di compromessi per mandare avanti la famiglia.
Accanto sfilavano centinaia di neri. Anche loro con i loro cartelli dove in un italiano incerto esprimevano i loro bisogni e i loro desideri, la fame , si quella vera, fatta di stomaci vuoti, di ricerca di lavoro. I concetti erano simili ai miei, e ai rivoluzionari del sabato mattina che mi accompagnavano in corteo, ma un dubbio, forte come un pugno nello stomaco, è entrato nei miei pensieri. La mia fame è la stessa di un nero analfabeta, basso proletariato, che viene a vivere in una terra ostile, e vende le sue braccia a 3 euro l'ora? A senso parlare di diritto alla democrazia, alla libertà di stampa, di conflitto di interesse quando vivo in un Paese che ha smarrito il senso dell'accoglienza? In un paese che si indigna se viene tolto il crocifisso dalle aule scolastiche o viene distrutta una statua della Madonna, ma che non esita a rispedire in mare i barconi di poveri disgraziati. Dove le gerarchie ecclesiastiche si muovono per cercare nuovi referenti e non alzano troppo la voce per non disturbare il manovratore di turno.
Voglio continuare a manifestare, ma la prossima volta senza cartello.
Accanto sfilavano centinaia di neri. Anche loro con i loro cartelli dove in un italiano incerto esprimevano i loro bisogni e i loro desideri, la fame , si quella vera, fatta di stomaci vuoti, di ricerca di lavoro. I concetti erano simili ai miei, e ai rivoluzionari del sabato mattina che mi accompagnavano in corteo, ma un dubbio, forte come un pugno nello stomaco, è entrato nei miei pensieri. La mia fame è la stessa di un nero analfabeta, basso proletariato, che viene a vivere in una terra ostile, e vende le sue braccia a 3 euro l'ora? A senso parlare di diritto alla democrazia, alla libertà di stampa, di conflitto di interesse quando vivo in un Paese che ha smarrito il senso dell'accoglienza? In un paese che si indigna se viene tolto il crocifisso dalle aule scolastiche o viene distrutta una statua della Madonna, ma che non esita a rispedire in mare i barconi di poveri disgraziati. Dove le gerarchie ecclesiastiche si muovono per cercare nuovi referenti e non alzano troppo la voce per non disturbare il manovratore di turno.
Voglio continuare a manifestare, ma la prossima volta senza cartello.
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